Ermete Realacci (deputato Pd): Fontanelli lasci da parte le tattiche politiche, il bene di Pisa passa avanti a tuttodi Francesco LoiIl Tirreno, 24 settembre 2017PISA. «Dobbiamo dimostrare empatia con la città». Ermete Realacci, deputato del Pd (iscritto nella sezione Pisa centro), pur senza usare il termine discontinuità, spiega con una manciata di parole quale debba essere la correzione di rotta dei democratici. Nella redazione pisana del Tirreno, il presidente della commissione ambiente della Camera illustra quale sarà il suo compito come coordinatore del gruppo dei saggi chiamati a supportare la segreteria comunale verso le elezioni comunali della prossima primavera. Con un appello che ha un destinatario preciso: Paolo Fontanelli. In pratica: lascia perdere gli schemi nazionali anti-Renzi e alleati con il Pd perché Pisa ha bisogno di te.Onorevole Realacci, qual è il compito del comitato?«Capire cosa chiede Pisa e dove vuole andare, ascoltando tutti i mondi della città, da quelli economici a quelli culturali, e tutte le sensibilità. Guardando le cose fatte e quelle da fare».Saprà sicuramente che in città il dibattito continuità-discontinuità è tra i più vivaci...«Dobbiamo riaprire un dibattito sulla città che parta da quanto fatto. Che non è poco. Prendiamo quanto accaduto durante il maltempo: a Pisa i cittadini sono stati avvertiti con un sms, a Livorno non mi sembra che sia accaduto lo stesso. Significa che i problemi idrogeologici qui non ci sono? No, ma significa che un’attenzione diversa su certi temi c’è stata. Dove è stato fatto il Festival della Robotica? E dove sarà fatto l’Internet Festival? Esiste una vivacità in città che non credo di riscontrare facilmente altrove. Questo i pisani lo devono tener presente».Su quali tasti in particolare batterete negli incontri con la città?«Lavoreremo soprattutto fuori dagli ambiti politici. Contatteremo, ad esempio, anche gli artisti che portano in alto il nome di Pisa. Vedo questo come condizione essenziale per creare i presupposti di una coalizione ampia, che sia in grado di spingere la città in avanti».Già, una coalizione più ampia. Ma per ora ci sono anzitutto allontanamenti: sull’alleanza con Mdp resta un punto interrogativo, mentre i Riformisti hanno fatto un’altra scelta…«Ricordo bene che mi candidai deputato a Pisa su richiesta di Fontanelli. Ora mi sembra improbabile che Paolo, che qui ha governato per un quarto di secolo, possa spingere in modo marcato sul tema della discontinuità. Capisco le esigenze tattiche, ma gli voglio dire che il bene di Pisa passa avanti a tutto. E so che il Fontanelli che conosco io ha sempre ragionato così. Ci sono già state esperienze pisane recenti di intese fuori dagli schemi nazionali».E sul riposizionamento delle liste civiche cosa pensa? «Penso che la lista che esprime il vicesindaco Ghezzi sia importante. E penso che quello dei Riformisti sia anche un modo per farsi notare. Però prima di tutto deve venire un progetto sulla città. Credo che se prendiamo i fili positivi che ci sono, si possano riaprire certe strade».Quanto ritiene importante il tema del candidato? «È importante soprattutto nel contesto che ho detto di ragionamento sulla città. Se emergono figure forti ed autorevoli sul piano civico, perché non prenderle in considerazione come candidato sindaco? Alla fine di questo lavoro presenteremo alla coalizione un gruppo di nomi, non larghissimo, ma comunque più di due. E lo consegneremo al dibattito. Entro ottobre il cerchio sarà chiuso».Lei che conosce bene Pisa, ma che ne è stato negli ultimi anni più lontano, come vede questa città? «Ho coniato a suo tempo uno slogan: l’Italia deve fare l’Italia. Ora dico: Pisa deve fare Pisa. Una realtà con radici storiche, culturali, ambientali formidabili. Non passa settimana che su Il Sole 24 Ore non vengano messi in risalto aspetti positivi di Pisa. C’è una concentrazione di eccellenze che non ha eguali in contesti con dimensioni simili, non metropolitani».Allora cos’è che non va? «Anzitutto i pisani devono scrollarsi di dosso un po’ di soggezione, quell’effetto Calimero nei confronti di Firenze, per costruire un futuro che partendo dalle eccellenze, esaltando ricerca e tecnologia, tenga anche insieme il tessuto sociale». Tutto vero, ma la campagna elettorale si giocherà soprattutto su temi come la sicurezza e il degrado…«I numeri dicono che i reati sono in calo. Ma se la percezione è questa, al di là delle cifre, si devono trovare soluzioni adeguate e basta. La gente chiede risposte e queste vanno date. Peraltro sono problemi che si legano ai temi dell’immagine e del decoro.So che sono stati fatti passi in avanti sul “baratto amministrativo”, di cui sono stato promotore a livello nazionale. Su questo occorre spingere per coinvolgere i cittadini, favorire la partecipazione e riaffermare un senso di appartenenza».