Roma, 15 novembre 2013
Il presidente della Commissione Ambiente presenta un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente, al Presidente del Consiglio , al Ministro della Salute e al Ministro dell’Interno
“Dall’inchiesta
pubblicata oggi su l’Espresso sul rapporto
della Marina Usa sui rifiuti che avvelenano acqua, terra e aria della
Campania e
sull’impatto epidemiologico dello sversamento illegale di rifiuti nel territorio delle province di Napoli e Caserta sul
personale militare statunitense in Campania, arriva un nuovo grave allarme sull’emergenza
ambientale nella Terra dei Fuochi e nelle altre zone della Campania. Per sapere
se il Governo sia a conoscenza della
questione posta dall’inchiesta e se voglia verificare se quanto riportato
corrisponda al vero, ho presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente,
al Presidente del Consiglio e ai ministri della Salute e dell’Interno" così Ermete Realacci, presidente della
Commissione Ambiente, depositando un’interrogazione parlamentare alla vigilia
della manifestazione sulla Terra dei Fuochi che si terrà domani a Napoli.
"Ai
ministri interrogati chiedo inoltre - prosegue Realacci - quali azioni urgentissime vogliano
implementare a tutela della salute pubblica e dell’ambiente e se non intendano
dichiarare le province di Napoli e Caserta siti da bonificare di interesse nazionale, assumendo le
iniziative necessarie per pervenire al risarcimento del danno ambientale da
parte dei responsabili dei fenomeni di smaltimento illegale di rifiuti. Una inchiesta, quella dell’Espresso, che
aggiunge legittima preoccupazione su un fronte caldo sul quale si è già
attivata la società civile. Molto importante la civile
ribellione dei cittadini contro chi ha aggredito ambiente e salute in tante
parti della Campania e dell’Italia” .
“Istituzioni
e politica sono state a lungo inadempienti, al contrario
– dichiara Ermete Realacci - per difendere i nostri territori e la salute dei cittadini non bisogna
abbassare la guardia, ma combattere le illegalità, le ecomafie e i clan che
avvelenano il Paese con rigore e determinazione. In Campania, come denunciato
dal dossier Ecomafie di Legambiente, sono almeno quattordici i clan che hanno
tratto profitto dallo smaltimento illegale dei rifiuti, un vero e proprio
team dell’orrore con tanto di giocatori titolari e riserve composto dagli
Alfieri, dai Belforte, Bidognetti, Birra-Iacopino,
dai Casalesi, i Crimaldi, i Fabbrocino e i Galasso,
e ancora dai La Torre, i Mallardo, i Marfella, i Moccia-Maione, i Nuvoletta e
gli Schiavone. E grazie a questo traffico sporco, sempre secondo i dati
di Legambiente, le ecomafie fanno affari per 4 miliardi di euro annui”.
“L’azione di
contrasto alle ecomafie e all’illegalità da parte delle istituzioni va
rafforzata – prosegue Realacci –. E’ necessario innanzitutto
ricostituire subito la Commissione Bicamerale di inchiesta sulle attività
illecite connesse al ciclo dei rifiuti, proposta già approvata alla Camera e
ora ferma in Senato, e quindi introdurre i reati ambientali nel nostro codice
penale, iniziativa sulla quale mi sono attivato a inizio Legislatura insieme ad
altri colleghi e che vede due proposte di legge, una di cui sono primo
firmatario e l’altra di cui è primo firmatario l’On. Micillo, in
discussione in Commissione Giustizia alla Camera”.
“Bisogna
anche garantire – conclude Realacci – la sicurezza dei prodotti alimentari che
arrivano sui mercati e avviare le bonifiche, almeno quelle prioritarie. In
Commissione Ambiente è in discussione una mozione che chiede di utilizzare
parte dei proventi derivanti dai beni sequestrati ai clan per bonificare e
ridare vita ai territori avvelenati dalle ecomafie. Sarebbe un buon inizio e un
bel segnale per il Paese”
Ufficio stampa On. Realacci
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permalink | creato da team_realacci il 15/11/2013 alle 14:37
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